ø A dì 10 detto sabato.
Mi occupo della Teresa molto perché l'ho trovata virtuosa, e perch'è quella che vorrei che mi chiudesse le palpebre. Nella prima veduta vi è della compiacenza, nella seconda dell'amor proprio. Vero è che temendo che mi potesse mancare fra mano impensatamente mi son dato il pensiero di sentire più medici, ed in ultimo il dottor Antonio Durazzini tornato di Siena d'assistere il luogotenente Seminetti ch'è stato agli estremi, e tutti mi assicurano che non paventi, che il male non è per avere funeste conseguenze, che liberata, che fosse dal suo tormento di spirito risorgerebbe, e che il tempo la libererà. Non ostante essendo il solo che debba, e possa assisterla mi trovo continovamente a palpitare, nel tempo stesso, che penso ai modi di slegarla dai lacci di un cattivo uomo, con avergli minutato un patetico ricorso al trono, e di mitigare le smanie dell'ideato suo sposo, che timido più di me smentisce, il suo carattere, ed il suo talento.