molto risentita con grandissimi sudori, la quale mi liberò a vista dagli spasimi. Doppo la seconda febbre restai guarito, ma debolissimo, e spossato come le altre volte. Avendo discorso seriamente con i dottori Durazzini, e Canovai che ho avuti attorno, essendo il primo il mio antico medico, ed il secondo avendolo chiamato nell'assenza di quello, sono convenuti che questi incomodi derivino da impedite traspirazioni. Il prevenirgli adunque dependerà solo da un diligente riguardo, che non ho mai avuto in passato, perché non volevo essere schiavo di me stesso. Giovedì allontanai l'infame serva, e le inquietudini del mio spirito hanno in questa occasione esacerbato il mio male. Ora per tranquillizzare me, e la ragazza ho fra mano il progetto di darla ad un onesto giovane, che da qualche mese ha mostrati dei segni di essere di lei invaghito. Gli amici