o A dì 28 detto domenica.
Tempo molto bello.
Ho perduta affatto la speranza di lavorar più per una nuova ristampa delle mie Memorie di Dante, benché di volta in volta prenda dei ricordi per le medesime; e di seguitare la mia Biblioteca, ed il mio Dizionario tipografico toscano essendomi sopravenute troppe nuove idee, e troppo nuovi imbarazzi, e mancandomi il tempo, i libri, ed il comodo di far le ricerche delle quali averei bisogno. La mia vita è stata troppo varia, ed il mio genio troppo incostante per condurre a fine i miei disegni, ed ora appena ho voglia di lavorare per la Real Galleria. Quando ella non mi fissa mi par più comodo il balocco, ed il truciolio. Vi è un tempo in cui si è imparato che troppo poco vale quello ch'è fuori di noi, ed il non veder premiate le fatiche sofferte getta in un abbattimento, ed in un'indolenza quasi invincibile.