ø A dì 24 detto lunedì.
Tempo molto turbato poi pioggia nella sera.
Ho amata sempre assaissimo la mia libertà, e l'ho solo sacrificata in parte per vivere, cioè ho cercato d'impiegarmi, ma non ho mai avuta la tentazione di farmi ecclesiastico, e molto meno di entrare in un chiostro, e per poco tempo ho desiderato di ammogliarmi. Ho fatto bene? Chi me lo può dire. Il vero è che sono contento molto di non trovarmi con veruno impegno, e che questa idea mi consola in mille occasioni.
ø A dì 25 detto martedì.
Tempo piovoso nella mattina, e poi turbato.
L'idea della mia libertà mi consola in mille occasioni, ma è un piacere come quello della gloria, cioè vuoto di senso, e più negativo che positivo. Che faccio infatti perché sono libero? Al più le cose che faccio perché sono libero sono o così poche, o di sì poca conseguenza, che non pongono in essere delle vive soddisfazioni. L'uomo come me, è tanto libero quanto l'inglese che senza ubbidire alla volontà di un monarca, ubbidisce alla volontà di un Parlamento venduto alle voglie del re. Io sono