o A dì 29 detto mercoledì.
Bicchieri bizzarri che usarono di vetro. Vado seguitando senza interrompimento il catalogo dei disegni della Real Galleria, lavoro, che non sarà forse terminato in tutta la futura Quaresima. Nel far ciò mi sono stamane imbattuto in un volume di disegni di Stefano della Bella contenente tutto pensieri di bicchieri. Usò nel secolo passato il fare nelle fornaci dei bicchieri di cristallo capricciosi. Nella mia fanciullezza ne ho veduti alcuni in case di campagna, o di persone volgari. Servivano allora per guarnire le credenze dei ricchi, e gli acquai dei benestanti. Molti pittori si occuparono a idearne, ma benché vi devano essere dei tomi simili nella raccolta, che vado spogliando, quello di Stefano sarà il più prezioso per la varietà, e vaghezza delle invenzioni ornati di animali, e di figure con vivacissime bizzarrie, e piene di spirito. In queste carte sole resterà la memoria di una tal moda presso di noi, la quale per la fragilità della materia era condannata a perdersi presto.
Tempo rigido, coperto, e piovosetto a riprese.