ø A dì 26 detto venerdì.
Tempo piovoso, ed umido assai.
Stamane avevo nel Real Gabinetto pollacchi, inglesi, olandesi, francesi, e moscoviti di vari ranghi. Consideravo che tutti si rassomigliavano perché tutti erano gettati al cuonio francese, e che non si sarebbero facilmente potuti riconoscere non sapendo la loro condizione, mentre cento anni addietro averebbero portati negli abiti, nella lingua, nelle maniere dei contrasegni molto decisivi. Quanto si è mutato i costume di Europa dal tempo dei nostri avi, e in quante cose!
o A dì 27 detto sabato.
Sarei uomo da moltiplicare i piaceri cucinandone gli elementi come si cucinano i cibi. Qualche volta mi ci provo specialmente a tavola mescolando il vino di Cipro col sorbetto, l'agro di limone col rosolio di viole mammole ecc. Ma se avessi avuta la disgrazia di esser nato un signor turco, quante belle esperienze averei volute fare con le mie schiave, con la pipa, e con il caffè! Epicureismo, griderà taluno, ed io dirò compenso contro i tanti mali, che la natura ha versati sul nostro capo. Esco appunto d'avere una flussione di denti dolorosa.