Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume VII (1779)

Volume Settimo » Diario » D 7 » [Dall'8 febbraio] » p. 1107v

ø A dì 13 detto sabato.

Non è mai buono un libro che o non produce degli interni movimenti, o non fa pensare. Un scrittore freddo agghiaccia i suoi lettori; e chiunque scrive senza essere pieno del suo soggetto, e riscaldato di entusiasmo per lui, si esprime languidamente e lascia annoiati quelli che lo leggono. Questo è il destino di tanti, e tanti poeti, e di tanti, e tanti prosatori, che non si sentono mai nominare. Un genio subblime si appassiona, e vuol versare negli altri tutta la sua anima; allora scrivendo anche rozzamente partorisce molte idee, è ricco di immagini, lancia dei raggi che si partono naturalmente dal fuoco che lo inspira, e senza aver letto Omero, Orazio, Boileau è grande, e creatore. Chi lo legge gusta un piacere estremo nell'imparare delle novità, e nel sentirsi scosso, urtato, condotto a provare i medesimi moti di chi scriveva. È questa una gioia divina riservata a quelli specialmente che sono dotati di molta sensibilità. Io la godo qualche volta, benché tanto spesso mi occupi in tanti oggetti sterili, minuti, secchi.