con alludere alla favola di Acheloo re di Etolia con cui combatté Ercole per ottenere in sposa Deianira, dicendo l'autore "Ea fabula (la quale racconta che avendo detto re prese varie forme, quando vestì quella di toro con volto umano ebbe da Ercole strappato il sinistro corno che fu poi quello di Amaltea
) opinor, obversata fuit animo eorum populorum, qui biforme mostrum in moneta signarunt, ut in eius virili facie Acheloum facile agnosceres, simulque colligeres, ex eorum agro, non secus ac ex Acheloi cornu, quoscumque terrae fructus sive potus, sive cibus, uberrime, facillimeque provenire". Per conferma di tale opinione porta in due tavole varie medaglie in numero di 20 prese dai gabinetti del duca di Noia, e del barone Ronchi le quali intitola Acheloe, lasciando indietro non solo quelle di Etolia che hanno la medesima figura (Spanhemio t. I diss. VII p. 395) m'ancora quelle di Sicilia delle quali ne ha prodotte diverse il principe di Torremuzza fra le iscrizioni di detta isola (p. 27)