indifferente sopra simili sconcerti, ed è cosa problematica se vada coartata la libertà dei nobili. Vero è però che questi sempre più cadono in un disprezzo che gli avvilisce. Il giovane è di poco talento, e tenace. Somiglia ben poco suo padre ed i molti suoi zii che aveva, i quali erano di vecchio cuonio. Uno di questi, il cavalier Cosimo il più originale, disputò assai con la cogniata per levargli il nipote, e porlo in un collegio. L'ottenne ma l'effetto ha mostrato che ciò non ha servito per formarlo un cavaliere qual doveva, e poteva essere.
Una sua sorella maritata al marchese cavalier Tommaso Salviati è una ottima dama, ritirata, devota, ed attaccatissima al suo marito, ma non ha successione. Io non prenderei queste memorie se non sentissi del rincrescimento a considerare certi deliri di gioventù, che disonorano il nostro tempo, la nostra città, le nostre famiglie, e scancellano le fatiche di molte generazioni. Ce ne sono degli altri esempi, ma meno illustri, e luminosi.