Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume VI (1778)

Volume Sesto » Diario » G 6 » Aprile » p. 951v

o A dì 13 detto lunedì.

Tempo simile. In lontananza forse è piovuto.

Fra la suddetta roba vi sono otto volumi di studi, e sbozzi di architettura nei quali ho trovate delle cose di Francesco, di Giuliano e di Antonio da San Gallo, dello Scamozzi ecc. Tali disegni vagliono solo in quanto servono alla storia. Ve ne sono di quelli di antiche celebri fabbriche di Roma, e di altri luoghi che possono interessare, ma poiché non m'intendo di tali cose, le farò vedere e prenderò l'altrui giudizio. Intanto si vede che gli uomini di genio sanno far stima di tutto, ma non è da privati la conservazione delle belle raccolte.

ø A dì 14 detto martedì.

Tempo dominato assai dal vento.

Parlando di una causa mi diceva stasera un giudice che non era algebra il deciderla. Io glielo accordavo, e gli volevo soggiungere che non vi è anzi cosa più facile, che quella del giudicare. Così appunto credo, benché non lo credino molti. E come no? Io non farò la satira della giurisprudenza, perché credo che abbia le sue regole, e che nel diritto romano vi sia nel fondo gran dose di sapienza, dico bene che il difficile è l'applicare queste regole, ma che i giurisprudenti le applicano con tanta facilità, con quanta si beve un