Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume VI (1778)

Volume Sesto » Diario » F 6 » [Dal 15 marzo] » p. 936v

o A dì 16 detto lunedì.

Tempo bello, ma un poco nebbioso nella sera.

Si è agitata, e si agita spesso in alcune compagnie la questione se sia più utile un'unica imposizione sopra le terre, di molte sopra i beni stabili, i consumi dei generi, l'industria ecc. A favore di quella si adduce il risparmio di spese di percezione, e la massima che il suolo paghi tutto in qualunque sistema essendo la vera, e sola sorgente della ricchezza. Io non sono convinto di questa massima, ed oppongo la difficoltà di cavare dai possessori in massa quello che si esige a piccole partite da più. Un cavallo porta sulla groppa 300 libbre, ma non le porta sul collo. Oppongo ancora la città di Ginevera la quale non avendo territorio vive sul commercio, e da questo commercio ritrae la porzione necessaria delle tasse. Ma io non scrivo tutto quello che ho detto cento volte e che ridico, perché non devo molto interessarmi di pubblica economia, le mode sono quelle che governano il mondo, non la ragione, e se piace la massima ch'è più in voga dovrò prestarmi all'altrui comando con digerire in silenzio il mio dissenso. Perché si stia il meglio possibile noi ci diamo tutta la pena per star male, e convinti che l'ottimo è il nemico del buono ne andiamo sempre in cerca pertinacemente guidati dalla voglia di mutare, e di rinnovare.