Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume VI (1778)

Volume Sesto » Diario » A 6 » Gennaio » p. 901

filosofi non mai d’accordo fra loro, per quanto vogliano tutti aver ragione. Gli enciclopedisti, e i Giansenisti sono stati, e sono poco uniti fra loro. Gli economisti insegnano una dottrina, che ha i suoi contradittori. I probabilisti non si spaventavano per le strida dei rigoristi. Meaupou aveva chi lo lodava ecc.

Come ha da regolarsi adunque un sovrano, un ministro? Ha da credere a Sully, o a Colbert? Chi dice più il vero per un privato Voltaire, o Rousseau? Un magistrato si ha da fidare di Montesquieu? In Grecia le scuole dei filosofi erano divise di sentimenti, e oggi i filosofi di Roma, di Parigi, e di Londra non sono più uniti, benché non tengano scuole. E come si fa a contentare il pubblico? Se si fa sempre a suo modo si cade spesso in contradizioni, e non è spesso facile il sapere cosa voglia. Io soglio sempre richiamarmi la novella del padre, del figlio, e dell'asino in viaggio. Pure amerei che vi fosse un catechismo per gli uomini onesti, non problematico, non contradetto, non variabile.