nuova comunità alla quale si riunisce l'opera di San Iacopo col peso di mantenere le strade, le fabbriche pubbliche ecc., e di pagare una tassa di redenzione, e colla soppressione di tutte le magistrature, ed impieghi comunitativi e creazione di nuovi magistrati per amministrare gli affari ed interessi del pubblico. Il motuproprio è compreso in cinquantatré articoli, che sarebbe difficile, lungo ed inutile il compendiare. Pistoia, già città socia, era nel grado che siamo noi doppo il motuproprio del 1739, che alterò le magistrature vecchie, e tanto prima che doppo era governata da forestieri per il sovrano, che nella sua Camera aveva incorporate tutte le rendite pubbliche. Ora ritorna a vivere per così dire, e ad acquistar nuova forma doppo aver perduta nel 1765 la prerogativa che tanto rispettava in passato di dependere dalla sola Pratica. L'unico aggravio che viene a soffrire è di dovere imporre tutt'i beni stabili della città per le sue spese. Io lodo le benficenze sovrane, sono bastantemente indifferente sul destino delle cose, e desidero che tutto vada a seconda dei sovrani desideri godendo però infinitamente di essere in questo placido ritiro filosofico.