Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume V (1777)

Volume Quinto » Diario » S 5 » Ottobre » p. 847

avarizia. Il timore di dare una mancia, l'indolenza in cui si trovano, e di cui si pascono con noia, la presunzione che hanno di essere più del volgo al quale lasciano volentieri l'esercizio delle belle arti, gli fa non curanti delle cose che più interessano gli stranieri, ed in faccia loro ridicoli. Quanto più potrebbero istruirsi tanto meno lo fanno. Dissipati, sfumati, leggieri, logorano vilmente il tempo, e consumano il sudore dei loro antichi. Ed un uomo savio può affaticarsi e stentare per degli sciocchi?

A dì 9 detto giovedì. ø

Tempo bello specialmente nel giorno.

Il mondo è una bella commedia. Che varietà di caratteri, che inviluppo di azione, che ridicolo di sceneggiamenti! Per goderne però bisogna potere, e saper fare da spettatore senza mescolarsi nella recita. Chi sta sul palco, ha la fatica, ma non il divertimento. Questo è tutto per la platea, ma la platea non di meno è spopolata. È difficile che gli uomini s'induchino a scendervi, e non amino piuttosto di recitare. Ad alcuno la recita produce dei buoni guadagni, ma i più restano sempre miserabili.