Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume V (1777)

Volume Quinto » Diario » S 5 » p. 842

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[Dal 23 Settembre]

di lei con quello di grandezza. Un uomo grande mescola i gran delitti, con le azioni grandi. Il povero è avvezzato a credere di non appartenere a sé, m'ad un altro suo simile. Ciascuno ha un fantasma davanti in cui ripone la propria felicità, ed arrivatovi vive scontento, o sia un devoto, o un libertino, un ricco, o un miserabile. Si vuole che la Provvidenza faccia tutto per noi soli, e la imploriamo spesso perché produca il danno dei nostri fratelli. Cento, e cento altri mostri ho in questi fogli mille volte svelati, che ora taccio per fuggire repetizioni. In questo secolo poi si vuole nudare la natura, e vi è chi dice come diceva già Aristotile, di averla conosciuta. La luna ebbe grande influsso sulle cose di qua giù; lo perdette poi, e adesso va a riacquistarlo. A chi credere? Il mondo fu un ferro rovente; una cometa lo può sconquassare; sotto l'acqua si è fatto quasi tutto; i vulcani sono l'origine di mille produzioni; il fuoco elettrico è una materia scoperta che non ha guari; l'aria fissa è un'altra materia sui generis che non si conosceva; si sberta la scolastica, e si adopera ecc. In questa confusione che si arriva a sapere? Che siamo ignoranti. Una bella scoperta, che costa tanti sudori.