Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume V (1777)

Volume Quinto » Diario » O 5 » [Dal 3 Luglio] » p. 812

dimostrare che nelle femmine l'utero è del loro pensare l'assoluto padrone, e se non è pensatore perché egli pensi, egli lo è perché fa pensarle a suo modo. Prova questo assunto bene e sagacemente con far vedere ch'esse pensano assai diversamente dagli uomini essendo il loro carattere l'incostanza, e la concupiscenza ("passio mulierum propria est concupiscentia": Sanctus Thoma), e che la cagione del pensare non è nell'animo ma nel corpo, che una parte del corpo medesimo può più dell'altre soverchiar la mente, e che il viscere predominante delle donne non è il cervello, ma poi non è così destro a mostrare che lo sia l'utero. Questa era la parte più delicata del suo discorso, e quella che sarebbe riuscita la più curiosa se l'autore avesse potuto, o saputo rifiorirla con fatti ingegnosi, ben scelti, e ben dipinti, con riflessioni fini, con ragionamenti vivi. L'argomento però non era per Bologna, ed esigeva l'ingegno dell'autore del Bijeoux indiscret. Per altro in dei luoghi il dottor Zecchini scrive con vivacità, e fuoco, ed il suo libretto, tolto il satirico, è atto a divertire per mezz'ora. Egli partisce (p. 74) i pensatori generalmente in pensatori biliosi, in pensatori sanguigni, in pensatori malinconici, e in pensatori pituitosi, osservando che le logiche di costoro sono tutte diverse siccome diversi colori prendono le loro virtù, ed i loro vizi.