A dì 27 detto giovedì. o
Abbiamo la stessa stagione molto amena.
Pittura chinese. L'Imperatore della China Kien-Long, che regnava nel 1771, era dilettante di pittura, dipingeva egli stesso, ed amava di avere alla corte dei gesuiti pittori. Fra questi vi erano i padri Castiglione italiano, e Attiret francese, nato a Dole, morto di sopra 66 anni, nel 1768. Ma non stimava la pittura a olio. Egli diceva che quella a tempera è più graziosa, e più piacevolmente colpisce da qualunque parte si osservi. Quella a olio gli pareva troppo lucente, e quando la pittura aveva delle ombre troppo forti diceva che gli sembravano macchie (Estratto di una lettera del padre Amiot nel Journal des Sçavans, giugno 1771). Ecco come varia il gusto nella pittura in diversi climi, e come le perfezzioni di un paese sono difetti in un altro. Questo aneddoto mostra ancora il genio della pittura chinese, ch'esige la verità dell'imitazione fino allo scrupolo, e il grazioso nei colori più che il vero, e ch'esclude tutto quello ch'è illusione, ed immagine. Pare che i chinesi si picchino solo di saper copiare, e punto di sapere inventare, e creare. Devono far presto, e questo raffredda l'immaginazione che non è suscettibile di legami, ma vuol essere libera, e vuol prendere legge solo da se stessa.