Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume IV (1776)

Volume Quarto » Diario » V 4 » [Dal 9 Dicembre] » p. 709v

A dì 13 detto venerdì. o

Segue il bel tempo.

Parlavo stamane con un cappellano inglese di nave, molto culto, della vita degli uomini di marina, la quale è all'estremo dura. Acqua cattiva, biscotto qualche volta tarlato, carne salata fino di sette anni ecc. è il cibo comune. Il caldo ed il freddo, la pioggia, ed il vento non si deve temere, ed il sonno è interrotto dalle guardie che bisogna fare sulla nave. In somma ad un allevato nel lusso, se ci può pensare, non sembrerà possibile che un individuo suo simile sia capace di tanti stenti. E tutto questo è nella calma. Converrebbe stendere un quadro dei diversi stati dell'uomo per sentire a quali fatiche, a quali stenti, a quali patimenti resiste. E una bella, un ricco, teme l'aria, rimane incomodato dai cibi più delicati, trova duro un morbido letto, noioso un teatro, grave un banchetto, disadatto un abito di lusso. Dal marinaro al cortigiano che gran distanza! Da un lavoratore alle miniere ad un musico di teatro che gran salto! E ragionevolmente un uomo nato nel largo, con sanità, con del sentimento, e con delle cognizioni si può lagnare della Provvidenza?