A dì 22 detto venerdì. o
Tempo bello assai.
Ho pranzato dal signor Filippo Neri con stretta compagnia. Vi era il consiglier Tavanti, a cui non è ancor tempo di fare elogi essendo in vita. Solo voglio dire che chi sta lontano dai ministri, e dai principi, crede costoro tanti numi, e crede che gli affari sieno maneggiati con quel mistero che si maneggiano le cose sacre. Non è così. Nacqui molto discosto dai grandi della terra, non brigai per appressarmici, ma la combinazione me ne ha fatti conoscere assai. Questa è stata per me una gran scuola. Ora gli vedo senza temergli, né amargli, ma stimo quelli che lo meritano, come il sopra nominato, e mi rido degli altri senza insultargli, contento moltissimo di essere senza pretensioni, e senz'ambizione. Qua veramente non possono imposturare perché il sovrano fa da sé; non dimeno certi tali nati per essere avari, o prepotenti si affannano per incensare questi idoli sperando da loro quell'inalzamento che non possono dare.