Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume IV (1776)

Volume Quarto » Diario » E 4 » [Dal 14 Marzo] » p. 598

A dì 25 detto lunedì. ø

Tempo coperto.

Pensavo che Cicerone scrisse troppo di sé, e troppo poco Cesare. È molto che i Comentari del secondo sieno distesi in tal modo, come gli avesse scritti un terzo. Cesare aveva così poca vanità a parlare di sé quanta ne aveva a far delle cose che gli meritassero l'ammirazione degli altri. La grande ambizione in quello che tentò smentisce la modestia della sua penna. Egli ha dato ad intendere che gli uomini, anche i più vani, si sanno coprire all'estremo. Se ammiro il coraggio, e la fortuna di Cesare, e se ammiro la sua modestia, non ammiro il suo cuore. Egli non voleva essere il secondo in Roma, ed un uomo che non vuole essere il secondo in qualunque governo deve diventare un scellerato. Al genere umano tornerebbe conto che non nascessero mai degli uomini simili.