questo tributo al maggior genio che nascesse in Toscana, e non curi punto un filosofo del mio carattere che (p. 67 in nota) la storia della carcerazione del Galileo in Roma per le note cose del sistema del mondo si richiami dalle lettere che pubblicherà il celebre monsignor Fabroni piuttosto che dalle Novelle Fiorentine del 1774, in cui di ciò fu esattamente trattato.
Io non curo queste negligenze, e rendendo tributo al vero mi congratulo col padre Frisio che si sia prestato ad encomiare un nostro eroe nel sapere, molto più che non essendo toscano può credersi avere scritto senza veruna prevenzione ma per sola, e schietta amicizia al merito. Nelle dette Novelle, sarà enunciato detto elogio con quello spirito di nobile ingenuità che mi possiede in preferenza di ogni altra passione più bassa, e più vile che potesse tentare persone di altro carattere del mio.