Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume III (1775)

Volume Terzo » Diario » G 3 » [Dal 23 Marzo] » p. 434v

Io trovo che senza una perfetta quiete di spirito non si attende profittevolmente alle cose dell'impiego, ed agli studi geniali. Col passar dell'età pare che muora per dir così prima il corpo che lo spirito, e che l'attività di questo si concentri, e si ristringa in se medesima emanando fuori meno i suoi effetti. La prudenza, la circospezione, l'avvedutezza, tutto quel corredo in somma di virtù che si acquista vivendo ci riduce ad esser savi, cioè a frenare le nostre passioni, ed a contenerci entro di noi, senza però che l'anima perda la sensibilità, e l'impulso di quei moti che la colpiscono in forza dell'esterne circostanze. Io mi padroneggio più di quello che facevo venti anni sono, ma internamente soffro assai per padroneggiarmi, e quando comparisco imperterrito, fermo, tenace all'esterno ho in seno un tumulto di irritazioni che mi lacerano, e mi straziano.