un quarto almeno delle proprie entrate, non che trasandare i profitti dell'industria. Chi ha fondi in campagna non doverebbe prendere altre occupazioni, altri imbarazzi, altre industrie. La terra è bastantemente fertile per arricchire chi la coltiva; ma non la coltiva chi nelle insipide città sposa il lusso, i bisogni fattizzi, i pregiudizi sociali; chi si avvezza a paventare le meteore, la fatica, e la temperanza; chi oltre i dieci anni si assuefà ad una vita molle, ed al non poter far senza una compagnia, ed un corredo di comodi non necessari per l'abitazione, per il vestire, per il cibo; e chi educato all'ombra perde l'energia, e la robustezza la quale conviene agli abitanti all'aria aperta, ed agl'impiegati nel rivolgere la terra, o nel far vivi i suoi prodotti. Riposandoci sopra un agente noi paghiamo cara la sua opera, e stiamo in sbilancio con la nostra fortuna, la quale non la dobbiamo considerare