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[Dal 2 Febbraio]
l'opinione che di quelli si era d'alcuni moderni procurato d'insinuare in Europa. Ancor io gli stimavo più di quello che vagliono, e quest'opera che apprezzo assai mi ha schiarita la mente moltissimo. È impossibile che io ne dia un estratto, e mi dispiace di aver già della medesima parlato nelle Novelle Letterarie dell'anno scorso, num. 41, 1773, sulla relazione di altri fogli periodici, mentre averei altrimenti dato di essa un più sugoso, ed esatto ragguaglio. Ella è tale da dovere stare nel gabinetto di tutt'i curiosi. L'autore è uomo un poco a sistemi, ma serve che si faccia conto dei fatti che rileva, e data qualunque detrazione a' suoi sentimenti, un lettore giudizioso può da sé pensare come gli piace, ma non già discostarsi affatto dai medesimi: sieno i chinesi più di quello che dice il signor de Paule, sono sempre meno di quello che pretende Voltaire, e di quello che hanno sparso i Gesuiti nelle Lettere edificanti, e di quanti hanno loro prestata intiera fede.
Tempo molto turbato, umido, e dolco, con gran pioggia nella sera sul tardi.