A dì 10 detto lunedì. ø
Ho detto già che mi vado affatto ristringendo alla storia patria. La ragione è che declinando l'età mia, scemando le forze, facendo riflessione allo spirito del secolo, e del mio paese, osservando come si sono comportati gli altri, e come hanno inutilmente spessissimo impiegata la loro penna in scriver cose che non sono sopravissute, benché nel tempo loro avessero molto applauso, stimo che prudenza sia il ritirare il volo, il limitare le proprie idee, l'impiegare freddamente le ore di ozio, o di riposo in balocchi innocenti, che possano esser di uso arrivando a felice riuscita, e il disprezzare con alterigia la vana gloria, e l'ambizione, idoli incensati da chi non conosce il mondo, da chi non è filosofo, da chi ignorando la storia grande, ed universale ardisce reputarsi qualche cosa di più di una bolla d'aria. Limitato nella mia piccola sfera, sono molti anni che aspetto la morte, e che mi faccio vecchio.
Allora le mie carte e la mia riputazione sarà in potere della follia. Ma fin che ciò non succede, io posso innocentemente spaziarmi nel mio poco, tirare avanti qualche lavoro già intrapreso