io saprei tessere dei ragionamenti assestando, e mettendo in ordine le chimere, e i mostri che nascono nella mia testa quando "variam... dant otia mentem",
ancor io saprei, "scilicet uni aequus virtuti, atque eius amicis", delineare i vizi, e i viziosi, ed imitando La Bruyère scrivere quello che osservo, ed empire un libro di caratteri: ancor io averei genio a... ma molto vi è "...che a' miei studi nieghi, / Di più avanzarsi, e basti che la barca, / perché non torni a dietro, al lido leghi".Tempo nebbioso nella mattina, poi bello.
A dì 23 detto sabato. ø
Tempo nuvoloso, umido, e con della pioggerella nella sera.
Gusto dei Romani nei cibi. Vorrei che un cuoco, ed un credenziere francese leggesse, e comentasse a suo piacere la quarta satira del libro terzo di Orazio. Che direbbero costoro? Crederebbero che il gusto dei Romani fosse il più barbaro che si conoscesse. Intingolo d'olio dolce con vino; salamoia d'intestini di pesci macerati; more nere al deserre ecc. ecc. Eppure Orazio parla dell'intemperanza epicurea, e ne parla in un tempo in cui Roma era cosa grande, e