da essere favorevolmente ascoltato dal Principe, lo consiglierei a spargere le sue beneficienze, e ad impiegare le sue cure con ordine. Bisogna procedere nelle provvidenze con regola, perché un'operazione non incroci, o non disturbi un'altra. Bisogna osservare quello che va prima, e quello che va doppo, e bisogna servirsi sempre delle medesime teste, perché le cose sieno uniformi ai medesimi principi. Con dolore vedo che si fanno delle risoluzioni fuori di tempo, e che ne turbano altre. Fino il nuovo Piano delle Provincie, e dei Tribunali vedo che non è fatto nel suo tempo. Meritava di esser preceduto d'altri regolamenti che si fanno succedere. Nelle distribuzioni delle gravezze per colpa dei vecchi metodi ritrovo un orribile aggravio, ed invece di pensare a correggerli, converrebbe riformarli nell'intiero, e variarli dalla radice. Ma i progetti migliori, ed i più semplici, sono i meno ascoltati. Io vi piango sopra perché ho l'anima estremamente sensibile ai mali dell'umanità, ed ieri sera mi fecero raccapricciare certe cattive massime di un ministro milanese. Il nostro codice è ancora