accoppiarlo ad un altro nel suo tempo e nel suo rango che in Firenze unisse alle medesime un sapere meno sterile, o più ameno, e socievole. Pure quest'uomo, che aveva già mostrato del genio per la carriera ecclesiastica, di 54 anni entrò nella congregazione dei Filippini e, quello ch'è più singolare, doppo 5 mesi ne uscì, tanta è l'umana istabilità, e scontentezza, e se ne vergognò assaissimo. A questo personaggio è stato dato luogo nella serie degli Uomini illustri toscani, ma non vi ha avuto un elogio quale meritava. Molti più hanno parlato di lui, ma niuno l'ha saputo ben dipingere con colori filosofici.
Io medesimo non ne prenderei l'impegno. A leggere molte sue cose, giacché non le stimo tutte egualmente, lo trovo un uomo qual vorrei essere io. A scandagliare il suo cuore, lo scorgo spesso infelice forse perché ambizioso, non abbastanza filosofo, ed assai instabile benché coprisse i suoi difetti con la vernice cortigianesca. Non stimò le cose sue, ed il più