nella lingua naturale. Le scienze che si devono apprendere per gli orecchi sono solamente di un gran giro per degli oziosi, ed eloquenti ragionatori. Quanto d'inutile nella metafisica, nella teologia, nella morale, nella giurisprudenza! Queste sono branche del sapere che poco giova arricchirle di un gran vortice, quando si potesse. Le prime è utile, e sperabile che si spandano, si aumentino, si schiariscano sempre maggiormente ed il tener conto di ciò che si perde può giovare, quando il dimenticare Aristotile,
Scoto, il Busembau, Bartolo ecc., non sarebbe un grandissimo male. Si aggiunga che anche la storia, la favola, le costumanze possono molto aiutarsi con le figure, e che la morale stessa può in parte, come lo è nella tavola di Cebete, spiegarsi con le figure. In somma quattro quinti del sapere umano è suscettibile di essere espresso col bulino, colla matita, o col pennello. Il nostro secolo principia a intendere questa verità, e per questo solo credo che sia più filosofico degli altri. Questa materia sotto la penna mi darebbe tanto da distendere un discorso accademico curioso, ed instruttivo. Già ho toccato altre volte ancora questo soggetto.