Trovo che la giurisprudenza è una scienza di raziocinio, o di arbitrio. Con quello molte cose si volgono ove più pendono i giudici; questo si ricopre con apparato di scienza legale per decidere com'essi meglio vogliono per i loro fini, così che il destino degli uomini è sempre incerto nelle mani dei giureconsulti, come la loro salute nelle mani dei medici. Ma io che per mia sventura faccio questa professione potrò denigrarla con tali reflessioni? Tutto quello che posso dire è che giudico sempre secondo i dettami della mia coscienza; che mi presto all'altrui ragione quando mi convince; e che mai cerco di esercitare il mio mestiere per scelta, mentre, diffidando più della scienza, che di me, temo di non saper rendere quella giustizia che mal si conosce in terra.