È sempre da lodarsi la Provvidenza che ha saputo mescolare il bene, col male con tanta saviezza, che tanto l'uno che l'altro conduca l'uomo secondo i suoi giustissimi fini. La collera a cui sono inclinato è spenta in me dal timore, in maniera tale che se quella mi suggerisce la vendetta, questa mi raffrena, e mi trattiene dal commettere qualunque azione che altri e me medesimo potesse offendere in un tempo stesso.
Ma dicasi quale sono stato, e qual sono rispetto ai vizi capitali ed alle virtù. Nel parlare di quelli viensi a dire anche di queste perché a ciascuno di essi è opposta una virtù che lo corregge, o lo vince.
Da San Giovanni abbiamo l'enumerazione dei vizi principali nel cap. 2 della sua prima epistola vers. 16. Ivi egli dice: "Omne quod est in mundo concupiscentia carnis est, et concupiscentia oculorum, et superbia vitae", cioè i vizi che signoreggiano il mondo sono la voluttà, l'avarizia e l'ambizione.
L'uomo corre sempre dietro al bene, ma s'inganna nel creder tale quello che non lo è che apparentemente. E come che apprendiamo per