nostra allegrezza, il nostro brio, la nostra malinconia, ed il nostro male umore, se non lo fondiamo nel complesso del nostro temperamento. Io veramente, rientrando nella mia coscienza alle occorrenze, mi convinco ogni giorno più che i nostri fluidi, ed i nostri solidi sono i depositari della nostra felicità, e che ad essi dobbiamo quel carattere che possegghiamo, forse dalle circostanze solo, e dall'abito rinfrancato, e rinforzato. Questo è quello che pensavo fra me stasera essendo di cattivo umore in una conversazione per la piccola causa, e stando taciturno per non cadere in qualche risposta piuttosto stolta, che prudente, e gentile come doveva essere.
ø A dì 20 detto venerdì.
Nella dedica fatta al Granduca Cosimo I da Francesco Vesalio di un'operetta del famoso anatomico Andrea