Seneca (Epist. 9) prova quanto è piccolo il numero dei felici, perché sottratto dal numero degli uomini quello di coloro che o per l'età, o per le infermità, o per le disgrazie sono positivamente infelici, e quello di coloro i quali comunque sia si credono tali, vedesi che il resto è ben poco, e derivante quasi affatto dalla qualità del temperamento. E di più avverte lo stesso Seneca, ivi: "Non quid dicat, sed quid sentiat refert, nec quid uno die sentiat, sed quid assidue". Ma faccio io studio per far credere che la terra sia ripiena d'infelici? Mi guardi Dio da ciò; osservo quello che vedo, e nulla di più; ed in fondo può esser pur troppo vero che gli uomini abbiano torto nei loro lamenti, e che tanto falsamente si predichino infelici, quanto falsamente si predicano innocenti i più di coloro, i quali sono alla catena sulle galere, dalla quale asserzione male alcuno concluderebbe dell'ingiustizia dei giudici, o delle leggi.
È assai piovuto nella notte, e nel giorno verso le 6 della sera, ed è stato tempo nuvoloso, e nebbioso con aria pesante, ma senza caldo.