Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume XIII (1764-1765)

Volume XIII » Diario » 1764 » Dicembre » p. 60

In una sessione avuta ieri sera alla quale intervenne il senatore Rucellai egli sostenne per modo di discorso, con la sua solita vigorosa eloquenza, non esser conveniente la pena di morte fuori che nei delitti di lesa maestà, dicendo molte cose coerenti al sentimento dell'autore dell'applaudito discorso Dei delitti e delle pene, le quali asserì aver molte volte assai prima di lui esposto nelle sue informazioni. In fatti egli è nemico delle materie criminali, ed osservava che queste leggi lasciano troppo arbitrio ai giudici, che sono scritte senza dignità, e senza precisione, e che appariscono pur troppo dettate da chi non era filosofo. Nella repubblica di Roma la vita dei cittadini era grandemente rispettata senza che a lei ne avvenisse male, e la facilità nell'accordare le grazie nasce dal conoscersi l'esuberanza delle pene per cui trovasi il principe nella necessità di rallentare il rigore. Aggiunse fra mille altre cose, che sortivano fluidamente dalla sua bocca, che per tutt'i peccati risguardanti il foro interno unicamente non vi doverebbero