Letterario di Venezia del dì 4 stante num. XXX p. 236 si dà notizia de' miei Dialoghi de' morti, si presenta il sunto di dieci, si promette di parlare degli altri a fine di far conoscere il fondo di buona filosofia, che spira il restante, ed in principio in specie si dice: "Un talento svegliato, una facilità di riflettere sopra tutto, una franchezza di dire ogni cosa, uno stile purgato ma semplice, e naturale, in fine uno spirito di combinazione per contrapporre dei caratteri, che risaltino, e che interessino, siccome sono doti che si richieggono a giudizio dell'autore medesimo per ben riuscire in questo genere di componimento, così tutte possiamo assicurare di averle rilevate in questa sua opera interessante insieme, ed instruttiva".
Chi ha scritto così non sapeva se veramente l'autore era morto, o vivo; dunque gli sono piaciuto sinceramente.