nota 22). In questo sono indicibili le spese fatte dai cavalieri che vi concorsero per magnificenza. Bertrano Raiembaus o Raibaux avendo ordinato che si lavorasse con 12 para di bovi il campo del torneo, vi fece seminare fino a trentamila soldi. Guglielmo Gros de Martello che intervenne a questa festa con 400 cavalieri non usò altro fuoco per cuocere le vivande della sua tavola che quello di candele di cera, e di fiaccole ("candelas de cera, et taeda"). Finalmente, per tacere altri tratti simili che spiegano egualmente la sciocca magnificenza, e la ricchezza dei tempi antichi, Raimon Le Venoul si fece condurre 30 cavalli e per dare uno spettacolo di sua grandezza nella stessa congiuntura in cui concorsero insieme da circa diecimila cavalieri, benché non vi si trovasse il re d'Inghilterra, e quello di Aragona, fece bruciare a vista di tutti queste disgraziate vittime della sua vanità. Il suddetto autore ha chi lo garantisce di un tal racconto, giacché può vedersi presso il Labbé, Bibliotheca, m. t. II p. 322, in Geofroi monaco du Vigeois scrittore di una cronica nel XII secolo.