alla villa dell'Imperiale, ove si trova per rimettersi in salute, e vi ho trovata molta gente.
Giacché i signori di Reggenza non hanno potuto intieramente persuadere il Maresciallo suddetto a riguardo mio sopra l'affare della Segreteria di Stato (ved. sopra a 136), e con tutto questo non vogliono dirmi che mi assenti per il pregiudizio della medesima Segreteria, in cui non vi è di presente chi possa supplire alle mie incumbenze, ma mi consiglia il conte Alberti a lavorare in casa, sono determinato a non andare più personalmente a detta segreteria se non di rado, ad aspettare se mi vogliono dare dei fogli, e a ritenermi la chiave, finché non mi venga richiesta per aver sempre un attacco. Veramente il fatto è curioso. Io cerco di lavorare gratis, vi è bisogno di chi lo faccia, e non ostante non vogliono a viso scoperto accettare la mia offerta, benché l'approvino, la lodino e conoschino di essere in necessità di abbracciarla.