del sole, che ogniuno qualche volta è felice, ma che l'uomo sempre non lo può essere, perch'è in un vortice continuo, che muta le circostanze tutte esterne, ed interne di esso, se pure il Supremo Padrone non ne forma alcuno impenetrabile a tutto ciò ch'è fuor di Lui, e conscio a se stesso di esser giusto. Da queste nozioni derivano tanti corollari innegabili, che gettano a terra gli aerei sistemi fatti da coloro, i quali hanno collocata la felicità nell'adempimento di quel desiderio che a loro era più analogo, e che sviluppano la falsità di certi assiomi, e mostrano l'insussistenza di certi canoni. Tutto questo sarebbe soggetto di lungo ragionamento, forse inutile per disingannare tanti, che si arrogano il titolo di filosofi, perché ciarlano più confusamente del volgo.