sia piuttosto condannato alla galera, all'esilio ecc., è una cosa che non arreca pregiudizio ad alcuno, e sempre resta salva la pubblica vendetta, e la pubblica sicurezza, quando il delinquente in qualunque modo è punito, mentre mai si saprà il vero grado di pena dovuto a qualunque trasgressione, benché ogni atto deva avere un grado diverso di malizia, e di dolo. Questo mio discorso forse non capaciterà ogni giudice, ma è coerente a quello che lungamente ho abbozzato nella mia Dissertazione sopra la pena di morte, alla quale penso sempre di dare in tempo proprio l'ultima mano, ed io lo trovo così naturale, che non credo, che mi potrò mai discostare dal decidere coerentemente ad esso.
In fatti qui mi protesto che sarà infinitamente difficile che io m'induca a condannare a morte veruno.