i mali che in qualche forma sono condannati a soffrire i loro simili.
In una lettera di Rousseau all'autore dell'articolo Genève dell'Enciclopedia viene attaccato fieramente da questo celebre filosofo il Misantropo di Molière. Avendone adunque parlato di sopra p. 35 e seg. voglio trascrivere la bella difesa che ne fa d'Alembert rispondendo a detta lettera. Egli adunque così gli scrive (ved. il t. II Des mélanges de litterature ecc. p. 421 e seg.): "Vous attaquez, comme une satyre cruelle de la vertu, le Misantrope de Molière, ce chef-d'oeuvre de notre théâtre comique; si néanmoins le Tartufe ne lui est pas encore supérieur etc. ... Molière, selon vous, a eu dessein dans cette comédie de rendre la vertu ridicule. Il me semble que le sujet,