direttore della stessa Accademia. In quello vi è un'eloquenza forte, e nobile, in questa una dicitura gastigata, e dolce. Il primo tratta le lodi del suo antecessore, di Luigi XIV e XV ecc. con grandezza, la seconda quelle del predetto Presidente, e del candidato con arte, e con delicatezza. In somma in tutti a due questi pezzi vi è il bello della lingua, e dell'arte, e specialmente il primo ancora deve piacere, perché tratta la storia della purgatezza della lingua francese, e fa l'elogio a' migliori scritti. L'edizione che ho avuta alle mani è di Firenze 1746 in 8° presso Andrea Bonducci, e nella medesima vi è unito avanti un Discorso intorno ai cambiamenti avvenuti sul globo della terra scritto in italiano dal medesimo Voltaire, che per altro è assai mediocre, e che comparisce parto di una penna che non possiede intieramente la nostra lingua; ed una sua lettera al padre della Tour gesuita, rettore del Collegio