di questo non tanto è la diversità che tutti provano da un giorno all'altro nello spiegare in carta i propri sentimenti, quanto ancora il freno in cui si ritrova la mia penna nel dovere scrivere in queste piccole facciate ristrette, mentre in tali circostanze deve la mente pensare a regolare i tratti della mano, e a disporre l'idee che vuol mettere in carta: lo che riesce d'incomoda vessazione. Tal cosa apparirà una stiticheria, ma coll'esperienza replicata ho conosciuto che mi spiego molte volte meglio scrivendo in un foglio grande, e con libertà di far scorrere velocemente, e senza un continuo ritegno la mano, che in una cartuccia limitata, e con carattere piccolo.
Nella mattina a buon'ora sono andato col dottor Lampredi in navicello a Signa dal pievano Lastri per passare tre giorni con libertà, e pace per sollievo dell'animo, e del corpo.