questa materia, ma la verità vuole ancora che si creda diversamente. Io non faccio satire, ma sono vissuto tanto da sapere che la nascita, il rango, la nobiltà non sono un freno bastante da far scorare un amante che voglia profittare della debolezza del suo idolo. La storia scandolosa mi somministrerebbe mille fatti per confermare tal proposizione, ma senza questo si sa che l'eloquenza, con cui persuade i nostri cuori, e le nostre volontà la maladetta libidine, è tanto potente da far cadere chiunque. Piacesse al cielo che tutte le femmine fossero come appariscono. Sieno persuasi i mariti che per assicurarsi della fedeltà delle loro donne non vi è altro segreto che quello insegnato dal diavolo a quel pittore di cui parla l'Ariosto nella quinta satira. S'impari da tutti ch'è l'unico, il più significante ed il meglio immaginato che si possa trovare. A tutto questo non aggiungo la mia esperienza, perché poco mi sono curato di abusarmi delle amiche.