della mercatura, e si vagliono dell'industria, cioè che arricchisca il principe senza danno del suddito, ed in Firenze sola si può dire che il fisco non sia milizia. È considerabile quel dominio, per essere nell'umbilico d'Italia, con uno stato fertile, ed unito, al quale gli altri principi servono di antemurale. Sicché per ordinario spende poco, ed è anche apprezzabile perché ha qualche giurisdizione sul mare, per Livorno, e per qualche forza marittima. Onde quando si dovesse far capitale alcuno d'Italia, non saprei chi più lo meritasse di Firenze, com'esente da quella vile tentazione del soldo, e come principe, che serba ancora l'uso della fede mercantile". Così pensava del governo dei Medici quest'autore, che certamente scrisse nel principio del XVII secolo. Se i consigli che si danno in questo libretto sieno equi non lo so, perché in politica si suppone sempre che quello che giova sia giusto.
Il dì 10 detto segue nel quarto volume.