vita, ma ciò non mi potrà riuscire. Le feste che si fanno in questo giorno per il nome di Sua Maestà Imperiale non mi tirano punto, perché amo la ritiratezza, e la compagnia di pochi amici. Forse per questa parte la sbaglio, perché l'uomo doverebbe esser più sociale. Lo sarei se gli uomini fossero migliori, onde amo meglio non conoscergli per non me ne disgustare. Questi sono pensieri un poco strani, ma dependono dal mio temperamento, che sa più compatire, che soffrire gli altrui difetti.
ø Domenica a dì 5 detto.
Al crocchio del padre Adami questa mattina si è letta una lettera del re di Prussia al marchese d'Argens, la quale è molto spiritosa. Vi dice che uscendo da' presenti imbarazzi è determinato di vivere ritirato in braccio della filosofia, e dell'amicizia, e che sente tutto il peso de' travagli, e dell'età, benché procuri di non farlo conoscere. È piena di altri tratti che mostrano il suo interno, e che cosa egli è anche in mezzo alle armi. Questo sovrano è l'ammirazione del nostro secolo, ed uno di quei talenti superiori che di rado manda la Provvidenza per i suoi imperscrutabili fini.