Certo che il pensiere par grande, ma non vi posso soffrire il terzo e quarto verso, il sesto meno, il settimo, l'ottavo, il nono, l'undicesimo, e il dodicesimo, nei quali luoghi si fanno di Dio delle immagini che non gli sono proprie, quando sappiamo ch'è di sua essenza la bontà, di nostro partaggio l'imperfezione; quando non possiamo ammettere che sieno assalti alla divinità le nostre disubbidienze; quando... Ma noi passeremo per cattivi cristiani a fare la critica a questa poesia.
Tempo un poco fosco, e non freddo.
ø A dì 11 detto mercoledì.
Una raccolta di epitaffi speciosi, e singolari dipinge le diverse caratteristiche dell'ingegno, e del naturale dell'uomo. Io ne ho trascritto qualcuno. Così farò in futuro. Intanto mi si presenta quello riferito nello Spettatore (t. V discorso 43 p. 266).