Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume I (1759)

I » Diario » 1759 » Ottobre » p. 151

delle nazioni. In vero come meglio passerebbero i loro giorni certi nobili sfaccendati pensando a trarre dalla terra il maggior profitto, e quanto servirebbero in tal forma bene il pubblico moltiplicando i primi generi delle cose necessarie? La terra non è mai troppo coltivata, e sempre potrebbe rendersi capace di un maggior frutto. La nostra Toscana non è veramente dei paesi più inculti, ma visitandola a parte a parte ben si conosce che molte possessioni sono trasandate, o per mancanza di gente, o per negligenza di quelli a' quali appartengono. Anche quelli che sono costretti a vivere alla campagna pensano più a guadagnare facendo un commercio gravosissimo per gli agricoltori, che coltivando i campi con tutta l'arte.

Ho letto alcuni pezzi della traduzzione che fa il suddetto abate Bartoli delle Vite di Plutarco. È del tempo che si occupa in lavorare intorno ad esse, e certamente gli resta da fare per tutta la sua vita.

Per altro la sua fatica è bene impiegata, perché l'opera è a ragione molto stimata. Particolarmente ne fa l'elogio il marchese d'Argery lo Spion turco, Montaigne ecc. A me pare che questa toscana versione sia molto ben composta, e desidero che venga in luce per far onore a chi l'ha fatta, anche perché è il miglior amico che abbia a motivo della sua sufficientissima abilità, e della somma sua morigeratezza.