stesso, vedendo che sono molto diverso da quello che vorrei, e potrei essere, e che quantunque ciò possa succedere per una mia natural debolezza, lo stesso per altre cause, e con altri effetti ad altro riguardo succederebbe se fossi vigoroso, e forte, e se avessi le medesime cognizioni che ho acquistate su' libri, e sopra l'altrui esperienza. Quindi non potendo godere sovente i piaceri grandi della virtù vincitrice, benefica, consolatrice, cerco in un fiore, in un pomo, in un quadro, in una poesiola ecc. i piccoli diletti passeggieri, mi fermo ad inebriare i sensi, e tutto, quando posso, faccio servire alla soddisfazione dell'anima per purificarla, rinforzarla, ristorarla dai colpi esterni, i quali gl'imprimono l'impulsi meccanici, con alterare il suo sereno, con sospendere la sua attività, con tenerla schiava del corpo, e ripercossa dall'alterazione che in lui fanno l'aria, il caldo, il freddo, i cibi, le bevande, e soggetta al fermento delle passioni, e delle tante malattie morali. Questo al contrario sarà nominato epicureismo.