degli uomini con diverso vocabolo nominato dai Persiani, dagli Ebrei, dai Greci. Abbiamo in noi qualche cosa alcune volte che sembra una voce di un ente diverso da noi che ci richiami, onde non è maraviglia se Socrate, il Tasso, ed altri assai abbiano creduto, e potuto far credere che un compagno invisibile avessero per guida, per consigliere, per amico. Foss'egli stato al secondo, così discreto, e così fedele come al primo! Ovvero avess'egli saputo tanto ben custodire quello quanto si meritava, s'egli è quale un stuolo di rispettabili adoratori lo immaginano, e lo dipingono! Ente frapposto fra Dio, e noi, veste nella nostra idea il carattere di cortigiano, di ministro della prima causa delle cause, e ci consola
delle imperfezioni