ø A dì 29 detto martedì.
Sento che mi si fa una colpa di fare il letterato. Non lo sono, né lo faccio, ma è una crudeltà il riprendermi perché applico, e cerco di coltivarmi lo spirito, e di essere un poco più utile agli altri di chi vive solo per idolatrare una tiranna, di chi si rovina nel giuoco, di chi si annoia in un caffè, o al teatro, di chi si fa pompa di parlar sempre male degli altri ecc. Dovrei applicar più agli affari? Eppure mi tolgo con sollecitudine gli affari di mano, e cerco di aver pulito il tavolino. Non ostante bisognerà che muti metodo, che mi ritenga dal fare stampare, e che studi solo in privato per me fino a che qualche circostanza favorevole non mi lascerà godere la mia libertà.
Ho l'impegno per scritta privata degli Elogi, e questi soli